- In merito al prelievo in Danimarca.22/10/2012Centro trapianti: in Italia non può succedere, decide una commissione.
- «Quello compiuto dai medici danesi, se è successo come è stato descritto dalla stampa, è stato un errore gravissimo di comunicazione e comportamentale. Una cosa del genere, nei 12 anni in cui sono al Cnt, di certo non è mai successa. Inoltre, anche se per assurdo dovesse mai accadere, la legge italiana rende comunque impossibile l'espianto di organi se non viene dichiarata la morte cerebrale da una specifica commissione». Così Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt), commenta la vicenda avvenuta in Danimarca, dove i medici di una ragazza in coma hanno chiesto ai genitori la loro volontà sul prelievo di organi: poco dopo, la giovane si è svegliata.
«Non si parla con i familiari sulla donazione di organi - spiega – prima dell'accertamento della morte cerebrale. La legge italiana, da cui quella norvegese sembra ispirata, vieta al medico o al singolo rianimatore di parlare di quest'argomento con i familiari: se ha il sospetto di morte cerebrale, deve convocare tramite l'ospedale la Commissione competente». Nanni Costa ricorda che la morte cerebrale viene dichiarata dalla Commissione al termine di 6 ore di osservazione del paziente, in cui «devono mancare tutti gli 8 segni di funzionamento dei nervi cranici».
Oltre a questi criteri clinici, vengono utilizzati criteri strumentali tra cui il più conosciuto è l'encefalogramma che deve essere piatto. A quanto sembra, rileva il direttore del Cnt, la ragazza danese, che era in coma, mostrava ancora segni di attività cerebrale. «In Italia -conclude Nanni Costa - anche se un medico contattasse i familiari per il prelievo di organi, lquesto non potrebbe mai avvenire senza dichiarazione di morte cerebrale».
venerdì 2 novembre 2012
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