ARTE PER LA VITA

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RASSEGNA PITTURA PER GIOVANI ACCADEMIE BELLE ARTI ITALIANE

venerdì 26 ottobre 2018

Giampiero Maccioni raggiunge oggi 22 anni di trapianto di cuore

Dopo 22 anni rinnova un GRAZIE SENZA LIMITI 

al compianto dottor Ricchi e la sua equipe con particolare riferimento al giovane defunto donatore ed alla sua famiglia.


Cagliari 18 dicembre 1996

Egregio dottor Ricchi,

quasi due mesi sono trascorsi da quel fatidico (almeno per me) 26 ottobre scorso, giorno in cui si è compiuto il più grande, unico, meraviglioso, evento della mia vita, destinato a cambiare sicuramente il corso della mia esistenza, sia nel corpo che nello spirito.

Le immagini, le sensazioni e i silenzi vissuti sul letto della terapia intensiva fino a quelli della cameretta, nella corsia di degenza, hanno suscitato nel profondo del mio essere tantissime indescrivibili “emozioni”, stati d’animo, sussurrate e silenti preghiere e… e tante
altre sensazioni che non riesco ad esprimere compiutamente con la penna ma che resteranno felicemente e gioiosamente impresse nella mia memoria per il resto degli anni che il Signore vorrà mantenermi su questa terra.

Tra i primi pensieri e le prime considerazioni “a caldo” il primo è stato quello relativo alle incommensurabili possibilità della scienza, in generale, e di quella medica in particolare ma soprattutto le capacità dell’uomo di fare “cose grandi”.

Questa mia “resurrezione” è certamente cosa grande (provvidenzialmente giusta e fonte di salvezza… e potrei continuare parafrasando le parole del Canone della liturgia della Santa Messa) resa possibile, dottor Ricchi, dalla Sua straordinaria “arte medica”, che assieme ai suoi collaboratori ha reso possibile il compimento di un sogno, di una speranza in questa meravigliosa avventura nell’ormai abbondantemente superato “mezzo cammino” della mia vita.

Dal profondo di tutto il mio essere assieme a quello della mia adorata consorte e delle carissime figlie, mi corre l’obbligo e l’immenso piacere di ripetere ancora oggi: GRAZIE SENZA LIMITI, dottor Ricchi; alla Sua stimata persona, al Suo sorriso contenuto ma profondamente umano, al Suo parlare chiaro e conciso, al Suo porgere familiare: pronto in ogni momento a fornire chiarimenti, conforto e serenità ai dubbi ed agli affanni miei e dei familiari.

Un GRAZIE esteso ai suoi preziosi e vicini collaboratori medici che rendono possibili questi “miracoli”: dal taciturno e talvolta burbero dottor Cirio, all’estroverso e giovanil-sportivo dottor Del Prete, al romano esigente e pignolo dottor Leonardi, alla sarda austera e indefessa dottoressa Falchi, per finire (almeno per quelli che la mia mente ricorda) con il giovane e riflessivo dottor Lixi ed il “moro” dottor Ortu; a tutti un grazie sincero e riconoscente.

Assieme ai sanitari non posso dimenticare l’amore, la professionalità e la cura prestata dal personale paramedico: dalle infermiere ed infermieri, dagli ausiliari, dalla terapia intensiva alla degenza in corsia che mi hanno accolto e compreso, in tutti i sensi, anche in qualche possibile momento infelice del mio rapporto con loro.

Infine ringrazio di cuore i fisioterapisti che mi hanno “strappato dal letto”, messo in piedi e riabilitato ad una vita più umana, pur nello stretto ambito della corsia, della palestra e degli altri ambienti, compreso il parco esterno intorno alla clinica.

Carissimo dottor Sandro (non so se posso usare questo aggettivo ma in questi giorni trascorsi insieme, la familiarità con cui mi ha accolto, forse consentono di usare tale impegnativo e fraterno appellativo) una strana sensazione, grande e incancellabile resta
impressa nella mia mente e nel mio cuore che definisco (pur stando adesso nel calore della mia casa) con un termine forse incompleto:

NOSTALGIA!
Dei giorni trascorsi insieme, con tutto quello che hanno comportato: dalla gioia di sentirsi rinato ai piccoli “incidenti di percorso” della degenza, alle sensazioni di meraviglia dei primi giorni e dei primi palpiti del giovane cuore, fino a quelle del congedo e del rientro in clinica per la quarta biopsia.
Questa meravigliosa sensazione che ho chiamato nostalgia forse ha una spiegazione nel profondo portando con sé una verità nascosta ma allo stesso tempo sempre presente nel ricordo degli uomini e delle donne che ho incontrato, in questo evento, e che porta il nome di accoglienza…
Sì: dalla voce al telefono che comunicava la meravigliosa notizia del possibile trapianto, alle persone che mi hanno “ricoverato”, a quelle mi hanno “operato”, curato e amorevolmente “lavato”… da tutti indistintamente ho ricevuto un profondo messaggio di accoglienza familiare e di sicurezza professionale.

Grazie anche per questo, che mi fa star bene in tutti i momenti della vita che sto vivendo nella mia casa e nella mia città e che mi assale quando penso agli appuntamenti di controllo come dovessi andare ad incontrare un amico od un familiare…

Anche questa è cosa grande!
Anche questo è un altro “miracolo” reso possibile dagli uomini di questo singolare reparto ospedaliero!

Cosa grande è il santo Natale che sta per venire, portando con sé la gioia, la luce e la pace della grotta di Betlemme per gli “uomini di buona volontà”.

Termino proprio formulando gli auguri di Buon Natale alla Sua stimata persona ed alla Sua famiglia unendo ai doni natalizi un piccolo dono di grande riconoscenza per tutto il bene che è stato fatto nei miei confronti e di tutti i bisognosi delle Sue preziose ed abili cure.

Gli auguri formulati La prego di estenderli ai suoi collaboratori ed a tutti quelli che hanno contribuito a realizzare l’opera grande nella mia persona.

Ancora GRAZIE!
Suo affezionatissimo
                                      Giampiero Maccioni

P.S.
Mi permetto di consegnarle una lettera da far recapitare (se lo riterrà opportuno) ai familiari dell’anonimo donatore.

 


Carissimi,

l’anonimo, disinteressato e tanto più prezioso dono che è stato fatto alla mia persona in quel fatidico, triste e meraviglioso 26 ottobre scorso ha consentito la mia “risurrezione” a nuova vita.

Tutto il periodo di tempo trascorso da quel giorno,

il mio GRAZIE si è sostanziato nell’unico modo a me confacente e produttivo:
rivolgere a Dio Onnipotente la preghiera di suffragio al giovane defunto e una supplica allo Spirito Santo perché fosse vicino alla vostra famiglia, in un momento così grave e doloroso, per portare conforto, serenità e pace.

Oggi, alle soglie del Santo Natale,
ho ritenuto che questo non era sufficiente e si rendesse necessario trovare un modo per
manifestare questi miei sentimenti (chiedendo la mediazione al dottor Ricchi).

In questo clima prefestivo, al perenne ringraziamento mio, della mia cara moglie e delle tre giovani figlie per la donazione ricevuta, vi giunga l’augurio più sincero di Buon Natale, affinché regni nella vostra famiglia la gioia, la pace e la serenità, oggi e sempre.

Grazie e ancora Buon Natale

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